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Obiettivo zero scarti. Produzioni all’insegna della circolarità

Di poche settimane fa è l’articolo su Antares, con sede ad Anzano del Parco, sulla produzione di una collezione beachwear in nylon rigenerato.
Sempre più numerosi sono i progetti del territorio insubrico che hanno ad oggetto un modello produttivo sostenibile, frutto di test, sperimentazioni, ricerca e innovazione, per il fine principe dell’incremento della circolarità degli scarti.

C’è Limonta S.p.A., Azienda di cui spesso abbiamo parlato sul nostro Osservatorio in occasione dell’attivazione di un Progetto di recupero di rifiuti plastici dalle acque del Lario per la produzione di tessuti di alta gamma o, ancora, di un Progetto finalizzato alla produzione di un filato tecnico ad alte prestazioni costituito da un microfilm impermeabile e traspirante generato grazie agli scarti industriali della polvere di marmo. A settembre scorso ha invece presentato una collezione di tessuti “be Limonta” generati dalla sperimentazione di bio-polimeri, supporti riciclabili e organici, oltre che della linea “CLIMA” ovvero prodotti spalmati su base riciclata e altre fibre non fossili.

Ad Albese con Cassano invece la storica Successori Giuseppe Cattaneo, già dal 2015 ha avviato un concreto impegno per un maggiore livello di sostenibilità, dapprima riducendo l’utilizzo di prodotti chimici nel proprio processo produttivo e successivamente costruendo un network per il recupero degli scarti dell’orditura.

300 sono invece i camion di bottiglie riciclate ogni mese dalla divisione Building & Construction della Freudenberg di Novedrate. Per fare cosa? Un filato nontessuto utilizzabile in edilizia per l’impermeabilizzazione dei tetti. Le bottiglie in PET sembrerebbero addirittura non essere sufficienti al fabbisogno a causa dell’ancor troppo basso livello di avvio al riciclo del materiale nel nostro Paese.

Sempre destinato all’edilizia è poi il recupero degli scarti di poliolefine e EPS che, grazie alla tecnologia progettata dall’Officina Meccanica Gualco di Erba, è in grado di generare un materiale simile al legno, ideale per pavimentazioni esterne, arredamento outdoor, recinzioni, ristorazione, ecc. Un materiale innovativo, resistente, che non solo non richiede la manutenzione che caratterizza invece il legno (quali verniciatura, protezione da muffe e insetti, ecc) ma può anche andare ad incorporare sostanze sanificanti, divenendo così un materiale antibatterico.

Insomma, se tanta è la strada che rimane da percorrere, senza dubbio molte sono le iniziative e le Aziende che stanno muovendo nella direzione giusta, con l’auspicio che la circolarità, come più in generale la transizione ecologica, divenga concretamente trainante per lo sviluppo economico.

Soluzioni schermanti per l’automotive, da Como al resto del Mondo

Soluzioni schermanti per l’automotive

Negli ultimi mesi, forte è stata l’attenzione del nostro Osservatorio nei confronti del tema “mobilità elettrica”: abbiamo parlato di prototipi di batterie più sostenibili come di circuiti di test per la ricarica induttiva. La progressiva diffusione di veicoli ibridi ed elettrici, sia per una scelta squisitamente etica, sia come alternativa di mobilità spinta anche da incentivi e finanziamenti, sta infatti giustamente avendo un forte impatto nel mondo delle ricerca e dell’innovazione. 

È in questo scenario che si colloca Soliani EMC, Società che dal 2012 ha deciso di traslare parte delle sue competenze sul campo “Automotive”.

Ma partendo dal principio, l’Azienda comasca è dalla seconda metà degli anni ’80 produttrice di articoli specifici per schermature elettromagnetiche. Tende, filtri, tessuti schermanti, ma anche guarnizioni e soluzioni per l’ottimizzazione della conduttività. All’inizio, i loro prodotti hanno trovato posizionamento nel settore delle telecomunicazioni, ma in breve tempo si sono avviate anche le prime forniture globali in ambito militare, medicale e aerospaziale. 

Come accennato, l’azienda ha deciso – ormai una decina di anni fa – di espandersi nel settore automotive, cogliendo anche l’incertezza legata all’esposizione ai campi elettromagnetici delle automobili – causate dalle batterie come dai sistemi di bordo elettronici e dai vari cablaggi presenti – trovando terreno fertile. 

Sappiamo oggi che i campi elettromagnetici della maggior parte dei modelli di auto con motore elettrico, rimangono nettamente sotto le soglie limite di sicurezza, ma la schermatura – come la conduttività – dei diversi elementi diviene sempre più una tematica che va affrontata capillarmente, via via che le tecnologie cambiano ed evolvono. 

Ad oggi, risulta essere questo il settore che registra maggior ritorno degli sforzi della Società: importanza fondamentale nella riuscita di questa espansione, ha avuto l’appartenenza al territorio comasco. É infatti grazie allo sviluppo di particolari tessuti conduttivi accoppiati a parti in composito, che Soliani EMC è riuscita a fare le differenza nei primi anni, confermando poi la sua presenza con proposte sempre in linea coi tempi.

Al centro della progettualità per gli ultimi anni, la ricerca di sottoprodotti sostenibili e circolari per le proprie soluzioni schermanti. 

Da Anzano del Parco arriva il costume biodegradabile

Il tessile comasco, che recentemente ha fatto riconoscere alla Città di Como il titolo di “Città Creativa UNESCO” per il suo impegno creativo legato alla filiera, sempre più cerca di impegnarsi per la riduzione dell’impatto ambientale.

Un settore, infatti, che negli anni si è caratterizzato per essere tra i più inquinanti del tessuto produttivo locale collocandosi al secondo posto.

Abbiamo spesso parlato di filati innovativi derivanti da materiali di recupero: tra questi, l’articolo sull’interessante progetto del Gruppo Limonta che mirava a produrre sul territorio insubrico tessili di ottima fattura derivanti dai rifiuti raccolti nelle acque del Lario.

A quanto pare però, le fibre ecologiche stanno assumendo un ruolo così essenziale per il settore da diventare sempre più complesse da reperire, oltre che molto costose.

Da questa necessità è andato a svilupparsi il Progetto realizzato da Antares, azienda tessile di Anzano del Parco, in provincia di Como. Attiva nella produzione di tessuti per il beachwear, la lingerie e l’abbigliamento, ha presentato la sua innovazione sostenibile alla ventesima edizione di MarediModa, la fiera mediterranea con focus su tessuti elastici, accessori, ecc che si è tenuta lo scorso novembre a Cannes.

Di cosa si tratta? Non più solo nylon rigenerato, ma addirittura un filato biodegradabile. La Antares, attiva dal 1991 per volere di Massimo Carlo Salomoni, suo fondatore, e trasfomatasi negli anni da piccola impresa produttrice di fodere per costumi sino alla realizzazione di oltre un milione di metri di tessuto di elevata qualità, ha realizzato un tessuto con cui è possibile confezionare un costume estivo totalmente biodegradabile.

Il tessuto, in assenza di ossigeno, viene aggredito da batteri anaerobi che lo consumano senza lasciare alcun residuo. La disintegrazione fisica della fibra, testata da laboratori qualificati, può avvenire in acqua come nel terreno, senza effetti tossici. Questo genere di capi rappresentano il futuro, un segnale importante nel mondo tessile […]

La capsule collection presentata alla Fiera di Cannes, sarà disponibile per la stagione estiva 2023.

Per Antares l’innovazione non è cosa di poco conto: dalla linea athleisure, in grado di combinare tessuti innovativi, sport, tecnologia e stile, alla sempre più elevata determinazione nel perseguire l’obiettivo della eco-sostenibilità e dell’economia circolare anziché lineare, sino all’attenzione per la ricerca e conoscenza.  Offre prodotti che non contengono metalli pesanti, prodotti chimici nocivi, amici della pelle, antibatterici, ipoallergenici, antiodore e traspiranti, che asciugano rapidamente con conseguente risparmio energetico per il lavaggio, spesso riciclati ed anche, aspetto non meno importante negli ultimi anni, antivirali.

Tecnologia DWPT: a Brescia il circuito di test

Ecco la tecnologia DWPT: a Brescia il circuito di test

Ha trovato casa a Brescia, più nello specifico a Chiari Ovest, il primo Progetto di innovazione collaborativa per la mobilità a zero emissioni. Una partnership mondiale, tra realtà industriali di spicco, Università ed Istituzioni, per testare la carica induttiva dinamica per automobili, autobus e veicoli commerciali, rigorosamente elettrici. 

Il progetto, denominato ERS – Arena del Futuro, è entrato in questo mese di dicembre nella sua terza fase. É infatti stato ultimato – ed inaugurato – un circuito di asfalto di 1.050 metri, con corsie cablate ed elettrificate, dotate di un sistema di spire posizionate al di sotto della pavimentazione stradale. Ovviamente, il fine è quello di permettere la ricarica delle vetture in movimento, portando così vantaggi in termini di performance da una parte, e il raggiungimento del lungimirante obiettivo di decarbonizzazione dall’altra.

Superata la fase di ricerca ed inaugurato lo spazio di test, è giunto ora il momento della verifica e dell’ottimizzazione delle prestazioni, come di una più accurata valutazione dei reali benefici economici ed ambientali di questa nuova visione di mobilità. Non solo Dynamic Wireless Power Transfer (DWPT) ma anche SWPT, ovvero Static Wireless Power Transfer, per garantire batterie al 100% anche a veicoli fermi e parcheggiati.

I primi mezzi – adeguatamente equipaggiati – a testare il circuito sono stati la Nuova 500 e un Bus E-Way Iveco, i quali hanno macinato diversi chilometri “con risultati incoraggianti”. Ricarica ma anche sicurezza: in fase di analisi anche sensori IoT e connessione 5G, immaginando strade smart, capaci di dialogare con i veicoli che le percorrono. 

È in Arena del Futuro dove l’accelerazione della rivoluzione per la mobilità verde è già una realtà. […] I test che stiamo effettuando sul Pilot appositamente allestito nell’area annessa alla Autostrada A35 dimostrano, con risultati concreti, che l’induzione dinamica rappresenterà un grande acceleratore per la transizione verso la mobilità verde.

Francesco Bettoni, Presidente di A35 Brebemi

Per questo, il Progetto è rientrato nella raccolta redatta dal TIME, comprendente le migliori innovazioni del 2021.

Robotica collaborativa da Cesana Brianza

Si è chiusa qualche settimana fa l’edizione 2021 del bando Soluzioni Innovative indetto da Regione Lombardia insieme al Sistema camerale lombardo. Obiettivo, come nelle precedenti occasioni, è la promozione dello sviluppo di soluzioni, prodotti o servizi altamente innovativi anche al fine di andare a stimolare la collaborazione tra la Micro, Piccola e Media impresa e soggetti altamente qualificati.

Con C Quadra, in qualità di Centro di trasferimento Tecnologico per l’Industria 4.0, abbiamo affiancato imprese del territorio per la presentazione delle proprie soluzioni di innovazione, confrontandoci e collaborando insieme alla definizione del Progetto. In attesa di conoscere i risultati derivanti dalla valutazione di quanto presentato e l’elenco dei Progetti ammissibili, vogliamo parlare di una piccola ma molto innovativa realtà vicina, non nuova all’aggiudicazione del contributo.

Con sede a Cesana Brianza, TODEMA è una officina meccanica (Todeschini Mario SRL) che dal 1960 progetta e costruisce macchinari ed impianti industriali con un focus specifico sull’innovazione tecnologica. Vanta collaborazione accademiche con importanti Università, tra cui il Politecnico di Milano e l’Università degli Studi di Pavia: proprio da quest’ultima collaborazione ne deriva la nascita dello spin-off Rebel Dynamics ®, una società di ingegneria estrema, che opera su sistemi robotici e di simulazione a cinematica parallela, sviluppando sia la parte meccanica che la parte software.

Più volte (come accennato) partecipante a Soluzioni Innovative 4.0 di Regione, ha realizzato negli anni numerosi Progetti che sono andati via via ad integrare nuove funzionalità in robot non antropomorfi: dalla meccanica alle reti neurali, l’implementazione di sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale, l’integrazione di un sistema di visione, ecc. Numerose le applicazioni che spaziano dal settore farmaceutico e cosmetico, alla simulazione dinamica in campo automobilistico e aerospaziale, sino ai sistemi di test e monitoraggio.

Avviato nel 2018, è il Progetto realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Pavia, Omron ed Enoplastic, finalizzato al generale ammodernamento delle linee produttive grazie all’applicazione di algoritmi di AI, acquisizione dati mediante sensoristica, e lo sviluppo di strategie di Machine Learning. Sempre al 2018 risale l’avvio, insieme a VI-GRADE, del Progetto di robotica avanzata e Digital Twin che ha avuto per oggetto la realizzazione di un simulatore di guida dinamico per il settore automobilistico.

Altro interessante Progetto in partnership con Deenova, ha visto lo sviluppo di un dispositivo automatico in grado di andare a prelevare singole dosi di farmaci da blister.  Grazie ad un sistema di riconoscimento visivo, al machine learning, alla robotica avanzata, è stato possibile progettare una farmacia automatizzata che se installata negli ospedali andrebbe a rivoluzionare la gestione della fase di preparazione delle terapie per i pazienti, riducendo gli errori.

Ma non è finita qui: sempre a Rebel Dynamics ® insieme questa volta all’Università degli Studi di Pavia e ApiTech, si deve dal 2019 la possibilità di controllare una linea di produzione per mezzo di un’interfaccia neurale, consentendo, mediante l’utilizzo di un dispositivo low cost, di andare a migliorare il controllo di un dispositivo di simulazione dinamica per il settore automobilistico. Sempre del 2019, ma realizzato insieme al Politecnico di Milano, risale il Progetto relativo al robot a cinematica parallela per la simulazione di una piattaforma eolica.

Di questi ultimi mesi è invece l’invito per Todema (e Rebel Dynamics) a partecipare all’Expo di Dubai. Selezionata per il padiglione Italia, insieme a soltanto altre 9 imprese italiane, in quanto, secondo il suo Amministratore Delegato Giovanni Todeschini, è una

piccola azienda che investe in tecnologia e sviluppa soluzioni in diversi ambiti. […] Ancora una volta è stata riconosciuta l’abilità del nostro territorio nel creare innovazione anche se si è “di taglia piccola”. Un’altra cosa che abbiamo davvero apprezzato è il fatto che sia stato riconosciuto il valore della ricerca e dello sviluppo in ambito industriale.

Un’eccellenza di cui andare molto orgogliosi, che, stando alle parole di Giovanni Todeschini deve la sua ricchezza al team di tecnici, meccanici e programmatori da cui è costituita.

Vince la Sostenibilità, anche al PNI 2021

Dalla ricerca all’impresa, per un futuro sostenibile: questo il tema per l’edizione 2021, del Premio Nazionale per l’Innovazione. Dal 2003, questa business plan competition seleziona e presenta al mondo imprenditoriale italiano i migliori progetti hi-tech nati in ambito accademico – circa 50 ogni anno – premiando ed aiutando, quelle piccole realtà che superano le Start Cup regionali, convincendo le giurie del loro potenziale. 

Al gruppo organizzativo della competizione, è stata spesso riconosciuta la grande capacità di creare network attorno all’evento, coinvolgendo non solo università e incubatori, ma anche enti pubblici, investitori, imprese: per questo il PNI è all’unisono descritto come il più importante riconoscimento a livello nazionale in tema innovazione. 

Ma partiamo dalla Start Cup Lombardia, la selezione regionale avvenuta a fine ottobre, tra i cui finalisti si nascondeva il futuro vincitore nazionale PNI. Promossa da Regione Lombardia, e coordinata dal PoliHub, raccontava con le quattro categorie di concorso, i punti nodali sui quali si sta indirizzando – dalla politica alla ricerca – lo slancio all’innovazione. Industrial Technologies, ICT & Services, Life Science & MedTech, Cleantech & Energy: sono questi gli ambiti su cui bisogna puntare oggi per risollevare l’imprenditoria nel nostro Paese.

Ma andando con ordine: finalista per la categoria Industrial Technologies, Komete, piattaforma IoT progettata per facilitare il processo di transizione digitale nelle piccole e medie imprese manifatturiere.

Per la categoria ICT, è stata selezionata la start up Gymnasio, di cui abbiamo già scritto precedentemente qui su Osservatorio. La giuria, ha premiato “lo stato di avanzamento del progetto supportato da un solido percorso di validazione”.

Premiata invece l’ambizione per il Progetto TToP: True Tissue on Platform, il quale si pone l’obiettivo di replicare in laboratorio il micro ambiente fisiologico dei tessuti umani, al fine di sviluppare efficacemente nuovi farmaci.

Finalista per la categoria Cleantech & Energy e poi vincitrice nazionale è Sinergy Flow, start up nata nel contesto milanese del Politecnico. Progetto presentato, un prototipo di batteria per l’accumulo stazionario di media e larga scala, facilmente utilizzabile in impianti eolici e solari. Grandi performance, ma ad un costo contenuto: il dispositivo brevettato impiega materiali facilmente reperibili, riciclabili, e suggerisce l’utilizzo di zolfo di scarto proveniente dell’industria petrolchimica. Un importante valore aggiunto ed un approccio alla circular economy che ha spinto la giuria a selezionarlo come Progetto vincitore. 

Directa Plus per la mobilità elettrica

Abbiamo in un precedente articolo parlato della comasca Directa Plus, l’azienda con sede all’Innovation Hub di ComoNExT produttrice e fornitrice di grafene, in occasione del lancio della mascherina G+ Co-Mask. Antibatterica, antistatica e anti “calore”, in materiale ipoallergenico e dermatologicamente testato, è realizzata in jersey su cui viene applicato il grafene mediante una stampa intelligente chiamata Planar Thermal Circuit in grado di distribuire il calore come all’interno di un circuito.

Più recente è invece la scommessa sulle batterie elettriche per l’automotive. L’idea è infatti quella di andare a sostituire le terre rare nelle batterie agli ioni di litio con il più efficiente materiale di Directa Plus, unito allo zolfo.

La sperimentazione è tuttora in corso, ed insieme a NexTech, azienda del Nevada impegnata nello sviluppo di batterie di prossima generazione sempre più promettenti, efficienti e sicure, verrà installata a ComoNExT un impianto pilota per la produzione.

Obiettivo del Progetto è quello di riuscire a sviluppare una batteria in grado di fornire quantità da 3 a 5 volte superiori agli ioni di litio, per un costo pari al 50% in meno: risultato dunque la possibilità di poter percorrere ben 1.000 km senza ricorrere alla colonnina di ricarica. Non ultime, le proprietà ignifughe che le impediscono di prendere fuoco a differenza delle sue sorelle attuali.

Il grafene potrebbe così rivoluzionare tutta la mobilità elettrica: un materiale innovativo, il cui processo di produzione sviluppato da Directa Plus e consistente in soli passaggi fisici è protetto da 65 brevetti. Niente chimica quindi per un prodotto più sostenibile e dalle performance migliori.

Sostenibilità che gli ha fatto guadagnare il riconoscimento di London Stock Exchange’s Green Economy Mark, un premio concesso ad imprese in grado di generare profitto da prodotti e servizi che contribuiscono alla diffusione di un’economia verde.

Siamo orgogliosi che il nostro impegno nella green economy venga riconosciuto oggi anche dalla Borsa di Londra, sin dall’inizio ci siamo strutturati come un’azienda sostenibile, tenendo conto in ogni momento del nostro impatto sul mondo che ci circonda. La società e i suoi investitori sono fieri per il marchio ricevuto

queste le parole del Ceo e Fondatore Giulio Cesario.

E la sostenibilità unita agli elevati standard di performance continuano ad attirare sempre più aziende e gruppi industriali per l’integrazione del materiale nei propri prodotti. Ultimo il gruppo Norda che ha deciso di andare ad integrare nella sua scarpa multifunzionale “Norda 001” una membrana termica, leggera ed antibatterica.

Ma utilizzi di successo si riscontrano nei più disparati settori: dall’asfalto per le strade, al tessile, sino alla depurazione delle acque. Un mondo dunque strategico, dalle enormi potenzialità di crescita, che in un periodo complicato quale quello attuale ha registrato un deciso segno +, il miglior risultato di sempre.

James Dyson Award 2021, invenzioni per un mondo migliore

Un anno fa, nello stesso periodo, vi parlammo del progetto vincitore del JDA 2020: ecco che anche quest’anno abbiamo deciso di dedicare un piccolo spazio ai vincitori di questa nuova edizione.

James Dyson, designer e imprenditore britannico, fondatore dell’omonima azienda, ha premiato all’interno del concorso indetto dalla sua Fondazione, tre soluzioni innovative: la prima, selezionata tra tutti i finalisti nazionali per singolo Paese; la seconda, rientrante nella categoria dedicata alla sostenibilità; la terza – novità 2021 – dedicata al settore medicale.

Una buona percentuale di progetti in lizza proponeva soluzioni e migliorie per quest’ultimo mondo, sicuramente spinti ed incentivati anche dalla nuova attenzione dedicata oggi alla sfera sanitaria. Vincitore internazionale – sempre afferente a questo mondo – è il progetto HOPES, HOme eye Pressure E-skin Sensor, un dispositivo smart dedicato alla misurazione della pressione oculare, intuitivo ed indolore, adatto ad un utilizzo domiciliare. 

Vincitore per la categoria medical, è invece REACT, un intelligente dispositivo in silicone in grado di tamponare efficacemente una ferita da arma da taglio durante la fase di primo soccorso. 

Di potenziale utilizzo quotidiano ed universale, è invece PLASTIC SCANNER, vincitore per la categoria sostenibilità. Ideato da Jerry de Vos, product designer neerlandese, è un dispositivo elettronico portatile, economico ed open source, capace di classificare oltre il 75% della plastica più comune grazie al processo di spettroscopia. 

Ispirato ai sistemi di riflesso ad infrarosso utilizzati nei grandi impianti di smaltimento rifiuti nel nord Europa, PLASTIC SCANNER vuole essere un aiuto concreto nei Paesi a basso e medio reddito, dove è più difficile per mezzi e tecnologie, riciclare. Jerry, nello sviluppo del dispositivo presentato in concorso, ha intervistato riciclatori provenienti dall’India, dal Kenya, dall’Indonesia, assicurandosi dell’idoneità di utilizzo e progettazione rispetto all’utente finale. 

Il mio obiettivo era costruire un semplice dispositivo open source in grado di identificare i tipi più comuni di plastica. Aver vinto il James Dyson Award, aiuterà sicuramente ad accelerarne il processo di sviluppo lato elettronica e software.

Migliorando la sua qualità e rendendolo intuitivo da replicare, spero di consentire a chiunque di identificare correttamente la plastica, superando una delle barriere più complesse al riciclo

Infinite possibilità creative: riconosciuta l’expertise tessile comasca

Da qualche giorno, Como può vantare la status di “Città Creativa UNESCO”, in riconoscimento al suo impegno creativo legato alla filiera tessile, espressione tra le più alte della cultura del saper fare italiano. 

L’immenso patrimonio di esperienza, le competenze non improvvisabili, la necessità di evolversi in un mercato sempre più esigente, ha impattato fortemente sulla connotazione e sullo sviluppo economico territoriale: infatti, nella “Textile Valley” comasca si contano quasi 1.400 aziende e oltre 15.500 occupati. La zona è storicamente conosciuta per la tradizionale gelsibachicoltura e per la capacità di valorizzazione creativa di un prodotto già così nobile come la seta. 

Stando agli ultimi dati analizzati da Unioncamere con il supporto di Fondazione Symbola, rilevanza fondamentale nel mercato globale ha oggi l’expertise dedicata alla stampa e al design, la quale permette così di primeggiare tra le fila della fashion industry. Esempio dell’importanza – e della bellezza – di quanto appena dichiarato, lo ritroviamo nella fruttuosa partnership stipulata un anno fa tra Creazioni Digitali, azienda con sede a Lurate Caccivio, e la multinazionale israeliana Kornit Digital.

L’azienda comasca, nel suo impianto produttivo ospita già alcuni macchinari della compagnia estera – gli unici in Europa – e prossimamente potrà vantare l’installazione dell’ultimo arrivato in casa Kornit.

Presto Max, questo il nome del macchinario, fonde tecnologie già collaudate con sistemi di nuova generazione: algoritmi avanzati per una calibrazione autonoma anche su spessorato, stampa del bianco su tessuti colorati, tecnologia XDi per applicazioni decorative 3D effetto “ricamo senza filo”. Combinabile con altri macchinari dell’universo Kornit, offre un potenziale creativo senza limiti.

Presto Max vuole anche essere eco responsabile, riutilizzando l’acqua che usa durante il processo di stampa.

Il mondo della moda richiede sempre più attenzione al tema della sostenibilità ambientale. La partnership con Kornit nasce a questo scopo: saper realizzare sempre più produzioni green come richiedono per primi i nostri clienti

ha dichiarato Roberto Lucino, CEO e fondatore di Creazione Digitali, raccontato dal canale FashionNetwork.com 

Per ogni 1.000 metri di tessuto stampato – nel nostro impianto, mezz’ora di lavoro – verranno risparmiati addirittura 4.995 litri d’acqua. Moltiplichiamo il tutto per i miliardi di metri di stampati prodotti nel mondo e la cifra risparmiata diventa straordinaria. Poi ci sarebbero i costi di depurazione che verrebbero tagliati…

Una partnership preziosa per l’azienda comasca, vicina ai valori di innovazione e sostenibilità. Pilastri su cui puntava l’intera città di Como per la sua candidatura UNESCO.

Blockchain e Iot: Como per la tracciabilità nel food

Abbiamo più volte parlato di tecnologia blockchain: abbiamo raccontato di quanto la sua diffusione nel tessile possa offrire vantaggi sorprendenti in termini di tracciabilità e tutela del Made in Italy (o del Made in Como). Abbiamo raccontato di TRAME, il Progetto in dirittura d’arrivo finanziato mediante il Bando FashionTech di Regione Lombardia che vede la comasca TOP DIGITEX Srl come impresa capofila. Tra i partner, una interessante realtà: Foodchain Spa.

Con sede all’Innovation Hub di Lomazzo, Como Next, vanta ormai una quinquennale esperienza nella diffusione della Tecnologia Blockchain in differenti settori. Prioritario l’agrifood, un settore tanto tradizionale quanto sempre più aperto alle nuove tecnologie come abbiamo visto in precedenti articoli.

Aumentare la trasparenza della filiera agroalimentare: è questo il principale obiettivo che muove Foodchain nell’utilizzo di IoT, Smart Contracts, QR Code, RFID per tracciare e monitorare gli articoli alimentari lungo l’intera supply chain. Basata sulla Blockchain pubblica Quadrans, è in grado di garantire informazioni autentiche, incrementando i livelli di qualità e sicurezza dei prodotti e, di conseguenza, la fiducia del consumatore.

Marco Vitale, CEO di Foodchain Spa

E di questa settimana è la notizia che va ad inserire Foodchain nella Top Five delle Startup del Food Tech al mondo in grado di andare ad aumentare la trasparenza nella filiera agroalimentare (e non solo!). La selezione è avvenuta ad opera dell’austriaca StartUs Insights, una società di innovation intelligence e scouting di startup e tecnologie emergenti. Analizzate 406 società e scaleup dislocate in tutto il globo, ha provveduto a selezionarne 5 principalmente dedicate al food, sino ad insignire Foodchain del riconoscimento a strumento fondamentale per garantire trasparenza e tracciabilità, sia nel cibo che in altri ambiti produttivi.

Fattori chiave sono, come accennato, l’utilizzo dell’IoT per monitorare la filiera e registrarne i dati rilevati e della Blockchain per rendere tali dati pubblici oltre che per impedire qualsiasi tipo di manomissione degli stessi. Tracciabilità ma anche sostenibilità: mediante l’utilizzo di queste tecnologie è infatti possibile andare a ridurre gli sprechi, ottimizzare la produzione, andando ad evidenziare passaggi critici o operazione non efficienti.