Avrà una durata triennale, con un investimento pari a 5 milioni di euro.
Obiettivi principali? Incrementare salute e sicurezza, prevenire gli incidenti ma anche gli errori causati dalla stanchezza o dallo stress in ambienti di lavoro differenti.

Si chiama “ergoCub”: ergo sta per ergonomia, mentre Cub si riferisce a iCub, il robot umanoide bambino sviluppato dall’Istituto Italiano di Tecnologia che costituirà la piattaforma di riferimento del progetto. IoT e robot collaborativi: elementi fondamentali per agevolare il lavoro in ottica Industria 4.0.

Insieme ad Inail, l’Istituto Italiano di Tecnologia contribuirà con tre laboratori di ricerca: il Dynamic Interaction Control Lab coordinato da Daniele Pucci (Responsabile di Progetto), l’Humanoid Sensing and Perception Lab coordinato da Lorenzo Natale e iCub Tech Facility coordinato da Marco Maggiali.

«Non si tratta di un punto di partenza, ma della nuova tappa del percorso avviato anni fa con IIT […] Il mondo del lavoro è cambiato profondamente […] Con progetti come questo cerchiamo di creare le condizioni per mettere a disposizione dei lavoratori e del sistema produttivo i risultati di un’attività di ricerca che sia in linea con l’evoluzione tecnologica e possa sempre contribuire a migliorare la vita delle persone»

Queste le parole del Presidente dell’Inail, Franco Bettoni. L’Inail non è nuovo all’attivazione di progetti di innovazione tecnologica: importanti risultati erano derivati infatti dal Progetto AnDy (Advancing Anticipatory Behaviors in Dynamic Human-Robot Collaboration), di cui era partner, finanziato dall’Unione Europea e coordinato dall’IIT. Il risultato ottenuto era stato una tuta sensorizzata in grado di andare ad analizzare sforzi e sovraccarichi per le articolazioni al fine di prevenire rischi ed infortuni sul lavoro.

AnDy costituirà un punto di partenza: altre tecnologie indossabili saranno infatti sviluppate. Non invasive, ma in grado di rilevare differenti parametri e valutare lo stato psico-fisico del lavoratore. Una sorta di “seconda pelle intelligente” che misurerà il battito cardiaco, il respiro, la temperatura, registrerà movimenti per valutarne il livello di sicurezza, l’incidenza sul fisico. I dati raccolti saranno trasferiti ad ergoCub che potrà così scegliere i movimenti più appropriati.

«Il nostro approccio sarà quello di introdurre robot umanoidi collaborativi che possano interagire come dei veri compagni di lavoro»

Il robot umanoide dovrà innanzitutto non essere percepito come un intruso quanto piuttosto come un prezioso aiutante. Necessario sarà quindi monitorare costantemente l’impatto psicosociale sui lavoratori, per andare da un lato a favorire il benessere del lavoratore, sia fisico che (appunto) psicosociale, e dall’altro lato per procedere ad integrarli al meglio in due scenari di lavoro differenti selezionati per la sperimentazione: uno industriale (logistico) ed uno ospedaliero. Tali dati saranno poi valutati congiuntamente per l’IIT di Genova e il Centro ricerche Inail di Monte Porzio Catone.

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