Sophia è un androide dalle sembianze umane sviluppato e realizzato dalla società cinese di robotica Hanson Robotics che lo ha presentato e lanciato sul mercato nel 2015.

Oltre ad essere il primo robot ad avere un passaporto (l’Arabia Saudita le ha concesso la cittadinanza) ora è anche il primo androide ad aver dipinto un suo autoritratto.

È stato battuto e venduto all’asta per 688.888 dollari. Per poter eseguire in modo autonomo il proprio ritratto, l’algoritmo che governa Sophia è stato addestrato attraverso l’utilizzo di diversi suoi ritratti eseguiti dall’artista Andrea Bonaceto. Grazie a questi l’androide ha rielaborato i vari ritratti realizzando un autoritratto completamente in modo autonomo.

Capace di farsi un autoritratto, il robot riesce a riprodurre ben 62 espressioni facciali umane ed è anche in grado di sostenere delle conversazioni per la maggior parte pilotate, attraverso delle frasi di risposta preimpostate, ma anche con risposte elaborate totalmente dagli algoritmi di AI.

Per poter comprendere ciò che viene detto e, di conseguenza, elaborare la risposta più adatta, vengono utilizzate diverse tecniche tra cui l’AI simbolica, le reti neurali, elaborazione del linguaggio naturale conversazionale, il controllo motorio per il movimento degli arti e un’architettura cognitiva. Ogni risposta che viene data può essere diversa dalla precedente poiché gli algoritmi di AI possono essere utilizzati e combinati in modo diverso.

Al fine poi di riconoscere l’ambiente circostante e l’utente con cui sta avendo un dialogo, è dotato di due telecamere posizionate negli occhi che le consentono di identificare il volto e il movimento della persona e regolarsi di conseguenza. Negli ultimi anni è stata dotata anche di due gambe e due braccia mobili, così da permetterle di muoversi liberamente e seguire il soggetto con cui sta dialogando.

Ambiasciatrice dell’innovazione robotica alle Nazioni Unite, si prevede che presto sarà in grado di addentrarsi nel mondo reale e in situazioni quotidiane con più dimestichezza, sino divenire risorsa utilizzabile in medicina, nell’istruzione, nella ricerca scientifica, ecc. Il processo di miglioramento è continuo grazie alla raccolta dei dati delle varie conversazioni con il conseguente miglioramento degli algoritmi che porterà Sophia, prima o poi, alla completa autonomia.

Previous articleProteine e cere vegetali per un food packaging sostenibile
Next articleL’Intelligenza Artificiale per la progettazione di violini