In Italia, come in Europa, è in costante aumento la domanda di rPET. Una buona notizia dunque, se non fosse per le tempistiche di trasformazione e distribuzione. La capacità industriale attuale non riesce infatti a garantirne il volume richiesto e alle complessità produttive si aggiungono anche i limiti economici: le tecniche di riciclo attuali producono costi superiori a quelli delle lavorazioni del polimero vergine.
Sono questi i presupposti che hanno dato vita al Progetto PRINCE – acronimo di PET Re-polymerization Italian Network Compact Extrusion, – uno dei vincitori dell’edizione 2020 del Bando “Call Hub Ricerca e Innovazione” di Regione Lombardia. Arrivato ora alla sua conclusione, è riuscito nei suoi intenti: prototipare e testare un impianto maggiormente sostenibile e produttivo, partendo dalle limitazioni tecnologiche inerenti allo stato dell’arte del riciclo del PET. Come? Ottimizzando in primis il processo di riciclo del PET non-clear da bottiglia, reintegrandolo nel mercato già sotto forma di prodotto finito.
#PRINCE è uno dei progetti innovativi di Call Hub Ricerca e Innovazione di @RegLombardia e finanziato con fondi #PORFESR 2014-2020, che punta a riciclare in modo più efficace e a costi inferiori rifiuti plastici, in particolare PET.
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In pratica, i Partner di Progetto hanno sviluppato una linea pilota altamente innovativa, capace di trasformare le scaglie lavate e asciugate di rPET direttamente nel prodotto d’uso finale, evitando la fase di pre-essicazione e granulazione intermedia. Tra i benefici di questa nuova modalità, sicuramente un importante contenimento dei costi energetici legati ai processi scartati: così questo Progetto soddisfa anche requisiti di sostenibilità economica ed ambientale.
Le bottiglie di inizio lavorazione, diventano così reggette per imballaggi, estrusi per l’edilizia, filati per il tessile, lastre termoformabili e contenitori per liquidi non alimentari, direttamente nello stesso impianto. Si ritiene plausibile quindi un risparmio energetico circa del 30% rispetto ad impianti concorrenziali di trasformazione del PET in rPET, al quale va aggiunto un risparmio nettamente superiore derivante dalla completezza di lavorazione proposta dall’intera linea.
I Partner di Progetto, localizzati tra il territorio Insubrico e la Brianza, hanno ottenuto un contributo economico di 2,8 milioni di euro, a valere sulle risorse dei fondi POR FSR 2014-2020. Le realtà coinvolte sono diverse: capofila di Progetto, un Organismo di Ricerca, l’IIP – Istituto Italiano dei Plastici, con sede a Monza. Nexxus Channel, inventor di tecnologie innovative relative alla lavorazione del polimeri termoplastici, trova invece casa nel vaserotto. Le altre sei aziende coinvolte nel Progetto, sono specializzate nella realizzazione di macchinari ed attrezzature: sono I.C.M.A. San Giorgio (MI), Eprotech (VA), O.M.G.M. (VA), Magic MP (MP), Soltex (MI), R.B. Engineering (BG).