In un recente articolo, abbiamo trattato il tema delle previsioni meteo e di come queste possano avere importanti ripercussioni su ambiti differenti, quali la pianificazione del fabbisogno energetico.

Ma quali sarebbero gli effetti se ci aiutassero a prevedere forti piogge? Ad eliminare quindi imprevisti che possano minare la sicurezza delle persone? E se ci consentissero di fornire informazioni preziose per una crescita sostenibile in Africa?

Questi tre interrogativi hanno come denominatore comune l’elaborazione di dati GNSS (Global Navigation Satellite System) e sono affrontati in tre differenti progetti di ricerca, con tre focus specifici ma molti elementi comuni.

Tra questi, il Progetto LAMPO – Lombardy based Advanced Meteorological Predictions and Observations – lanciato nel 2018, si pone l’obiettivo di migliorare le previsioni a breve termine di piogge locali molto intense sull’area del Seveso, frequentemente oggetto di esondazioni.

Finanziato da Fondazione Cariplo, per una durata di 24 mesi, ha visto il coinvolgimento del Politecnico di Milano (Capofila) attraverso il laboratorio di Geomatica e Osservazione della Terra GEOlab, Arpa Lombardia, lo spin-off dell’Ateneo GReD e Fondazione Politecnico.

Peculiarità di LAMPO è quella di basarsi su un sistema di sensori e antenne GNSS a basso costo. L’elaborazione dei  dati, provenienti da tali sensori permette  di stimare la quantità di vapore acqueo nell’atmosfera e di identificarne gli accumuli per prevedere fenomeni atmosferici ormai noti come “bombe d’acqua”.

LAMPO utilizza le stime GNSS, insieme a osservazioni meteorologiche standard e osservazioni radar come input a un sistema di previsione a breve termine delle piogge basato su reti neurali.

Giovanna Venuti, Scientific Manager del Progetto LAMPO (Politecnico di Milano) evidenziava all’avvio dei lavori

 

“Speriamo che l’utilizzo di GNSS per applicazioni meteorologiche si possa diffondere in Italia ed all’estero così da creare maggiori sinergie e ottenere un sistema integrato ed efficace.”

Giovanna Venuti

 

A GReD (grazie anche alla collaborazione con GEOlab) si deve l’installazione dei sensori e lo sviluppo del software di elaborazione dei dati provenienti dal sistema satellitare GNSS. Tale sistema, mediante gli stessi segnali usati per la geo-localizzazione e la navigazione terrestre, sfrutta le informazioni raccolte da una rete di satelliti artificiali in orbita per misurare la quantità di vapore acqueo nell’atmosfera.

Generalmente, un punto a sfavore di questa tecnologia è il costo decisamente elevato dei sensori, ma è proprio fine ultimo del Progetto LAMPO quello di andare a sviluppare degli strumenti prototipali a basso costo. Sarà proprio grazie a questa riduzione della spesa che si potrà installare un numero maggiore di stazioni di misurazione, ottenendo di conseguenza una mappatura di dettaglio degli accumuli di vapore che possono dar luogo a “bombe d’acqua”.

Mentre il progetto LAMPO si avvia alla sua conclusione, Eugenio Realini, GNSS Geoscience Applications Manager di GReD, commenta:

 

“I risultati ottenuti da LAMPO sono senza dubbio molto positivi: non solo dimostrano l’utilità del GNSS come sensore utile a supporto delle previsioni di fenomeni di pioggia intensa, ma hanno anche avviato una collaborazione sinergica in questo ambito tra i mondi della ricerca, dell’impresa e delle agenzie regionali attive sul territorio.”

Eugenio Realini

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