La plastica è un problema globale che acquisisce dimensioni ormai non trascurabili. Da tempo vista come una minaccia sgradevole, da rimuovere totalmente dal pianeta: sempre meno invece si è andato ad identificare soluzioni alternative per il riciclo o il totale smaltimento.
Si è provato spesso ad andare a sostituirla con altri materiali: più resistente, più indicata per la produzione di determinati prodotti, è stata più volte soppiantata da alternative che hanno riscontrato grande successo, ma anche che hanno registrato pesanti fallimenti in termini di funzionalità e performance ottenute.
«Tutti sono preoccupati per la plastica, ma la realtà è che non riusciamo a non farne uso»
Professor Thomas Maschmeyer, Docente di Chimica all’Università di Sydney
Maschmeyer ha così cercato di andare oltre al problema. Come? Cercando di trovare un modo per rendere la plastica una risorsa. Si tratta di un processo chimico che va ad agire sulla plastica per trasformarla in carburante o in un nuovo prodotto esso stesso di plastica.
Tale processo, utilizzando acqua ad alta pressione e alta temperatura, è in grado di scomporre la plastica nei suoi più piccoli componenti chimici. L’acqua, inoltre, è in grado di prevenire reazioni chimiche indesiderate. Per fare tutto questo è indispensabile il reattore idrotermico catalitico “Cat- HTR” sviluppato dal Professor Maschmeyer insieme alla startup Licella la cui costituzione si deve all’Università di Sydney.
I componenti chimici che andavano a comporre la plastica prima di essere sottoposta al processo, possono essere poi riconvertiti in nuove forme: solidi, quali le cere industriali; liquidi pesanti, come oli e grassi per la lubrificazione; liquidi leggeri, come solventi e carburanti; gas reattivi, come l’etilene per la produzione di nuove plastiche.
Tutto italiano è invece il nuovo studio pubblicato sulla rivista Progress of Energy and Combustion Sciences. Arriva infatti dal Politecnico di Milano e più precisamente dai ricercatori del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” e si tratta di una completa analisi dello stato dell’arte, dei cambiamenti in atto e delle direzioni future del riciclaggio chimico delle plastiche solide.
Il processo di pirolisi, ovvero di decomposizione di materiali per mezzo del calore e gassificazione, potrebbe portare in un prossimo futuro alla completa circolarità della plastica. Anziché nemico da eliminare, diverrebbe così risorsa da sfruttare al meglio, grazie al suo potere di godere di una nuova vita, infinite volte.
Per approfondire:
Onur Dogu, Matteo Pelucchi, Ruben Van de Vijver, Paul H.M.Van Steenberge, Dagmar R.D’hooge, Alberto Cuoci, Marco Mehl, Alessio Frassoldati, Tiziano Faravelli, Kevin M. Van Geem (2021) The chemistry of chemical recycling of solid plastic waste via pyrolysis and gasification: State-of-the-art, challenges, and future directions, Progress in Energy and Combustion Science, Volume 84, May 2021, 100901, https://doi.org/10.1016/j.pecs.2020.100901