Tra le misure di sicurezza adottate per il contenimento del contagio da COVID-19 fondamentale è l’utilizzo di dispositivi di protezione durante tutte le attività in cui sono previste interazioni con altri soggetti o, genericamente, la frequentazione di spazi comuni. L’assortimento dei prodotti in circolazione è ampio, così come i quesiti sollevati per peculiarità e reperimento: in molti hanno così deciso di realizzare mascherine fatte in casa.
Il sito dei Centers for Disease Control and Prevention, organismi di controllo della sanità pubblica statunitense, oltre a raccomandare di coprire il volto in luoghi pubblici, riporta indicazioni sulla modalità di realizzazione delle mascherine. Ma i comuni tessuti domestici possono essere considerati sicuri? Il team del professore Taher Saif del Dipartimento di Scienze Meccaniche e Ingegneria dell’Università dell’Illinois ha cercato di dare risposta ai dubbi sull’efficacia dei dispositivi fatti in casa attraverso una serie di test orientati alla definizione della resa, in termini di performance, delle protezioni realizzate con stoffe comuni.
Affinché le particelle ad alta velocità diffuse attraverso starnuti, così come quelle di intensità minore generate dalla respirazione, possano essere bloccate dalla mascherina, il tessuto indossato deve garantire un certo grado di combinazione tra impermeabilità e traspirabilità. Nei test realizzati il team ha preso in esame 10 tessuti con diverse combinazioni di cotone, poliestere e seta. Sono inoltre stati sperimentati i comuni materiali per t-shirt in combinazione di due o più strati e in comparazione con le mascherine mediche.
La traspirabilità è stata valutata misurando la velocità di passaggio del flusso d’aria attraverso il materiale; la capacità di bloccare piccole gocce considerando la presenza su un piatto di raccolta di una sostanza di dimensioni analoghe a quella del Coronavirus realizzata con acqua distillata a nanoparticelle fluorescenti e diffusa dall’ugello di un inalatore.
Alla luce dei test svolti dal professor Taher Saif e dagli studenti da Onur Aydin e Bashar Emon è emerso che i tessuti traspiranti e quelli comunemente usati per le t-shirt rappresentano una buona opzione di scelta per dispositivi di protezione, in particolare quando usati in doppio strato: in questi casi la capacità di bloccare piccole gocce ha raggiunto un’efficacia del 98%, superiore a quella della mascherina medica, garantendo anche un’ottima traspirabilità.