Abbiamo più volte parlato di come l’Agricoltura 4.0 consenta di ridurre gli sprechi, di ottimizzare la produzione, di registrare elevati livelli di sostenibilità. La tecnologia di cui tratteremo oggi afferisce al settore dell’apicoltura, ma può essere esportabile ad altri comparti, sia dell’allevamento che dell’agricoltura.

Nata nel 2017 dall’incontro tra un biologo e un ingegnere elettronico, sta registrando grande successo. Niccolò Calandri e Riccardo Balzaretti sono i fondatori della startup che è riuscita ad introdurre il 4.0 nel mondo dell’apicoltura anche grazie all’aggiudicazione del bando SME Instruments Fase 2 di Horizon 2020 dedicato alle piccole e medie imprese.

L’inserimento lavorativo di nuove risorse e continui investimenti in ricerca e sviluppo hanno consentito in un anno complesso quale il 2020 caratterizzato per molti da chiusure, di andare addirittura ad incrementare i propri ricavi (+640%), espandere la propria rete fino anche a rispondere alla sfida dell’internazionalizzazione con ordini da spedire in Finlandia, Cina, Australia, ecc.

3Bee promuove l’importanza delle api e la tutela della biodiversità con l’utilizzo della tecnologia: Hive-Tech, ora nella versione Pro V.2 ne è il prodotto di punta. Un dispositivo IoT, basato su rete GSM in grado di raccogliere dati su umidità, temperatura, suoni, vibrazioni e peso: impermeabile, con sensori biomimetici da posizionare all’interno dell’arnia, alimentati ad energia solare, un display LED, un’antenna GSM e un’antenna GPS, consente di ottimizzare il lavoro dell’apicoltore riducendo lo stress delle api.

I dati raccolti vengono inviati mediante 2G (presto 4G) in cloud e risultano poi di facile consultazione e lettura grazie alla 3Bee app che consente di monitorare le informazioni da remoto, gestire i propri alveari, decidere se e dove spostarli individuando aree più redditizie, visualizzare dati su peso, temperatura, umidità, suoni, previsioni meteo, pianificazione delle attività a calendario, ricezione di notifiche di aggiornamento e/o allarme ecc.

Attualmente le api sono l’anello fondamentale della catena alimentare. L’impollinazione avviene principalmente grazie all’ape mellifera e alle api selvatiche, tuttavia entrambe le specie stanno scomparendo, portando danni economici tangibili, non soltanto alla produzione di miele, ma soprattutto alla resa delle coltivazioni, dalle mele del Trentino fino agli aranceti della Sicilia. La nostra campagna mira non solo a migliorare la tracciabilità, la qualità e la produzione del miele, ma guarda oltre a un potenziamento dell’impollinazione per l’intera catena

sostengono Calandri e Balzaretti. Ora è in corso di sviluppo l’integrazione della tecnologia blockchain per la filiera agroalimentare che renderebbe il modello esportabile al settore delle galline ovaiole, dell’allevamento da carne, da latte e al settore agricolo.

Previous articleGrazie a Regione Lombardia e INSTM nasce SUNSPACE
Next articleProdurre seta sostenibile, imparando dai ragni