È passato qualche mese, da quando vi raccontammo del Progetto tutto lombardo dedicato alla mappatura 4.0 degli scarichi che costeggiano le rive del Seveso. Progetto successivamente preso a modello e replicato anche per la creazione di una cartina geo referenziata dei fiumi Lambro e Olona. Protagonisti diretti di questo Progetto, i droni, incaricati di censire – ed eventualmente stanare – tutti gli scarichi in prossimità di questi corsi d’acqua.
Modalità simili nell’operatività anche se in diverso ambito, vengono oggi portate avanti dalla startup elvetica SwissInspect, nata dal Laboratorio di ingegneria e dinamica dei terremoti del Politecnico Federale di Losanna, meglio noto come EPFL. Sempre cercando un’alterativa all’ispezione visiva convenzionale, il team ha sviluppato un nuovo sistema di monitoraggio per ponti, combinando l’ingegneria strutturale con la tecnologia dei droni. In collaborazione con lo Swiss Data Science Center, l’Azienda ha quindi messo a punto un sistema di analisi di elementi strutturali, sfruttando il potenziale dell’intelligenza e della visione artificiale.
EPFL startup SwissInspect has developed a novel bridge-inspection system that combines structural engineering with drone technology, artificial intelligence and computer vision. https://t.co/Y1qHVKuH1p
— EPFL (@EPFL_en) February 10, 2022
Non una semplice raccolta di dati: il lavoro del team di SwissInspect vuole essere una stesura di informazioni utilizzabili da ingegneri e proprietari di infrastrutture, così da permettere pianificazioni di manutenzione utili ed efficaci. Nel mirino crepe, scheggiature, efflorescenze, ruggine, al fine di arrivare ad una classificazione dei danni basati sulla fisica. Rilievi effettuati appunto da droni, i quali possono sicuramente muoversi con maggiore comodità e sicurezza tra piloni ed insenature, garantendo anche maggiore frequenza d’ispezione ed un eventuale “dialogo” con sensori applicabili direttamente alle strutture, restituendo una sorta di “certificato di salute strutturale”.
Ispezioni che verranno sempre più frequentemente consigliate anche in conseguenza del cambiamento climatico.
Questi sono solo alcuni esempi dell’uso che si sta facendo oggi dei droni. Tendenze confermate ad inizio mese anche dalla ricerca dell’Osservatorio Droni 2021/2022 della School of Management del Politecnico di Milano. Stando ai dati presentati, l’unico segmento che oggi, in Italia, genera fatturato nel mercato è quello costituito da droni medio/piccoli che svolgono attività a valore aggiunto in “settori tradizionali”, applicati principalmente in ispezioni e sopralluoghi per il 42% dei casi. A seguire, troviamo un 21% di utilizzo nel campo “sicurezza e sorveglianza”, mentre il rimanente viene sfruttato soprattutto per erogazioni in campo agricolo. Crescente l’interesse per queste tecnologie da parte della Pubblica Amministrazione (sempre un 42%), seguita da un 17% che impiega droni per la salvaguardia ambientale.
Interessanti prospettive, anche se ancora del tutto emergenti, affiorano dal comparto del trasporto di merci e persone. Ad oggi, i casi applicativi censiti a livello globale sono solo 205, di cui il 93% riguarda il trasporto merce. Gli Stati Uniti si presentano come lo stato con maggiore interesse con 57 applicazioni. A seguire l’Italia che ne conta ben 21, seguita da Australia e Cina.