Sempre più frequentemente, qui su Osservatorio Innovazione, si intrecciano storie di innovazione e sostenibilità. Spesso, ci capita di raccontare le soluzioni sviluppate dalle Aziende del nostro territorio, per contrastare l’avanzata della minaccia ambientale legata all’uso e allo smaltimento della plastica. Oggi vi racconteremo invece del Progetto “ProPla – Proteins from Plastics”, nato dalla collaborazione tra l’Università dell’Insubria, l’Università degli Studi di Milano, l’Università di Milano-Bicocca e del CNR – Istituto di Ricerca Sulle Acque.

Questi i presupposti di partenza: il problema che si è deciso di affrontare, è quello delle micro plastiche presenti nelle acqua reflue. La soluzione, quella di ottimizzare i flussi metabolici di alcuni microrganismi – già capaci di digerire naturalmente il micro PET – al fine di trasformare questi scarti in aminoacidi. In altre parole: il Progetto – finanziato da Fondazione Cariplo – si pone l’obiettivo di migliorare questo contaminante ambientale, convertendolo in una risorsa utile. L’approccio interdisciplinare e pre competitivo, mira così allo sviluppo di un’innovativa applicazione biotecnologica destinata al recupero di questi inquinanti.

Ingegneria enzimatica, biologia dei sistemi, entomologia, microbiologia, ciclo di vita dei materiali ed economia: diverse sono le discipline schierate per la buona riuscita del Progetto, mentre il coordinamento delle attività è stato affidato a Loredano Pollegioni, Docente di Biochimica presso l’Università dell’Insubria.

Come egli racconta nel Podcast de “il Sole 24 Ore” dedicato al Progetto, già da alcuni anni erano stati sintetizzati due enzimi capaci di degradare efficacemente il PET, scomponendolo in glicol etilenico e acido tereftalico. Con ProPla, si vuole dimostrare come, ottimizzano i flussi metabolici di un particolare microbiota intestinale, questi prodotti derivati possano essere a loro volta trasformati e utilizzabili per la produzione di bioplastiche o biocarburanti.

Il Progetto, ufficialmente partito il 1 marzo 2023, avrà una durata stimata di tre anni. Allo scopo di sensibilizzare la società su queste tematiche e far conoscere le enormi potenzialità della microbiologia e dell’ingegneria enzimatica, il Team di ricerca renderà fruibili i risultati ottenuti attraverso un dettagliato programma di divulgazione.

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