La scorsa settimana ha avuto luogo Milano Unica, evento di riferimento internazionale dedicato al tessile e all’accessorio di alta gamma. Dalla cerimonia d’apertura in avanti, due sono state le parole che hanno accompagnato i visitatori in questi giorni di fiera: tracciabilità e blockchain. Un connubio di cui spesso abbiamo raccontato qui su Osservatorio, specificatamente declinato al comparto tessile.

Sì è parlato di trend per il futuro, di intelligenza artificiale e di tutte le sue possibili applicazioni, soprattutto si è parlato di blockchain e di “tracciabilità come game changer”: questa la via per valorizzare al meglio il Made In Italy oggi. Non solo qualità e creatività dunque, ma anche trasparenza: uno dei lasciti della pandemia è stata infatti una forte accelerazione verso la sostenibilità, aspetto verso il quale il consumatore finale si mostra sempre più attento e consapevole.

La filiera tessile in Italia ha portato avanti più che negli altri Paesi questo impegno, riuscendo a differenziarsi. Non solo materie prime certificate o lavorazioni a minor impatto ambientale: la tracciabilità diventa una narrazione che prosegue per tutta la filiera, sino ad arrivare all’orecchio del consumatore. Racconta il Made In Italy sotto una nuova prospettiva, diventando uno strumento di promozione potente. Secondo Sergio Tamborini, Presidente di Sistema Moda Italia e C.E.O. presso Ratti S.p.A., in un futuro non molto lontano il prodotto tessile vedrà l’introduzione del proprio Passaporto Digitale, forse richiesto addirittura dalla normativa europea.

Altro tema di grande attualità chiacchierato tra gli stand a Rho Fieramilano, è stata la condivisa esigenza di formazione qualificata. Nei prossimi anni, serviranno dai 60mila ai 90mila addetti di settore, soprattutto figure tecniche. Importante sarà garantire un passaggio generazionale: il processo di innovazione avviato in tutto il comparto, dovrà avere presto nuovi interlocutori. Ma non solo: dovrà anche esserci una digitalizzazione distribuita orizzontalmente lungo tutta la filiera, rafforzata da un dialogo tra piccoli e grandi attori, al fine di difendere in sinergia il nuovo Made In Italy. 

La moda non è solo sfilate, ma anche tecnici e artigiani, in tutti i suoi comparti. Dobbiamo riavvicinare i giovani alle nostre aziende

Queste le parole di Ercole Botto Paola, Presidente di Confindustria Moda. Non per nulla, diverse sono state le realtà che hanno presentato in fiera programmi di formazione dedicati proprio alle nuove generazioni. Un esempio, il Progetto Academy avviato da Clerici Tessuto, storica azienda di Grandate specializzata in tessuti di lusso. In collaborazione con Regione Lombardia e con l’Istituto Superiore Starting Work di Como, l’opportunità di formazione si concretizza in un periodo di apprendistato di sei mesi all’interno dell’Azienda, finalizzato al conseguimento di un diploma IFTS in “Tecniche per la Realizzazione Artigianale di Prodotti del Made In Italy”. Il programma didattico, costruito ad hoc, spazierà dalla chimica alle tecnologie produttive, dal marketing alle metodologie di gestione di un archivio storico. 

Presente a Milano Unica, anche il Gruppo Colombo Tessili di Fino Mornasco, che ha concluso il 2022 con non poche soddisfazioni. Oltre a festeggiare il 75esimo anniversario del suo Brand Its Artea, vanta la produzione di tessuti che cambiano colore in acqua, alla luce o al calore; altri che modificano nel tempo il loro aspetto, lavaggio dopo lavaggio, o ancora tessuti che mantengono la temperatura corporea in quanto trattati con il grafene – fornito da un’altra società comasca, Directa Plus – rigorosamente prodotto senza additivi chimici. Una proposta che soddisfa una domanda più casual e dedicata al tempo libero, fatta da tessuti speciali, dalla grinta URBAN ma dallo spirito GREEN. Obiettivo nel medio termine del Gruppo, ottenere la certificazione BCorp, per poi, chissà, puntare sulla tracciabilità di prodotto.

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