Invecchiare è inevitabile, come lo sono tutti quei piccoli cambiamenti che accompagnano l’uomo nello scorrere degli anni. Una minore prestanza fisica, qualche disturbo muscolare di troppo, un nuovo assetto privato – o lavorativo – che potrebbe sfociare in un mutamento psicologico o sociale: tanti sono i fattori che potenzialmente possono ostacolare un “invecchiamento attivo”. Nel 2002, fu l’Organizzazione Mondiale della Sanità, a dare una definizione precisa di questo termine, descrivendolo come “il processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza per migliorare la qualità della vita delle persone che invecchiano”.

A distanza di dieci anni, sempre l’OMS racconta come, in Europa, il 30% dei lavoratori over 50 necessiti di adeguamenti urgenti sul posto di lavoro per scongiurare i rischi di pensionamento anticipato e invalidità lavorativa. Non solo problematiche nate da disturbi muscolo-scheletrici e difficoltà motorie, ma sempre più peso hanno tutte quelle variabili che possono intaccare il benessere mentale di un uomo o di una donna. Non a caso, la depressione è attualmente una delle cause più comuni per la quale viene riconosciuto questo tipo di invalidità.

Non solo: gli europei invecchiano, il cambio generazionale diviene sempre più lento, e si stima che nel 2030 il 30% della forza lavoro sarà composto da lavoratori di età compresa fra i 55 e i 64 anni. Uno spaccato chiaro, che fa emergere l’importanza sociale di un invecchiamento guidato, sano, orientato anche ad una maggiore produttività.

É esattamente in questo contesto che ha preso forma il Progetto Ageing@Work, finanziato dall’Unione Europea all’interno del programma HORIZON 2020. Un percorso che ha come obiettivo lo sviluppo di una suite di strumenti avanzati capaci di seguire il lavoratore nella sua routine, migliorandone la produttività a lungo termine grazie ad un approccio interdisciplinare che spazia dall’ergonomia, alla pianificazione delle attività, alla formazione. Soluzioni capaci di valutare le singole specificità dell’utente, quindi personalizzate, intelligenti, adattive.

Di questo Progetto e delle sue possibili applicazioni se ne è discusso anche lo scorso 7 aprile in un focus group a tema organizzato dal Digital Innovation Hub – Cdo Como, in collaborazione con C Quadra, società partner impegnata in consulenza e innovazione. Nel corso dell’incontro, nove imprenditori hanno sondato le reali difficoltà con cui si scontrano i lavoratori senior nelle piccole e medie realtà manifatturiere del territorio, analizzando poi quali contesti sarebbero pronti per le soluzioni proposte da Ageing@Work ma anche ipotizzando quali frizioni potrebbero sorgere tra il target di riferimento e gli strumenti tecnologici proposti. Tra i presenti, a condurre l’incontro, Franco Mercalli di MultiMed Engineers, referente di Progetto.

Nello specifico, in supporto alla salute fisica e mentale dei lavoratori over, questi strumenti di miglioramento della produttività saranno basati su tecnologie avanzate di intelligenza artificiale, AR, VR e assistenza virtuale, con particolare enfasi sulla gestione flessibile del lavoro, tematica oggi più che mai attuale dati anche i nuovi approcci aziendali nati durante la pandemia.

Questa suite sarà dunque comprensiva di uno strumento basato su AR e VR per aiutare il collaboratore più anziano nella collaborazione a distanza, uno strumento di formazione permanente basato sulle medesime tecnologie allo scopo di facilitare l’apprendimento di nuovi compiti e processi, altri strumenti pensati per condividere conoscenze ed esperienza tra risorse più giovani, lavoratori senior e viceversa. Non meno importante, Ageing@Work introdurrà un ambiente virtuale coach, sotto forma di agente conversazionale, che guiderà e supporterà l’utente nel lavoro quanto nella sfera più privata, dando così un supporto continuativo, garantendo massima discrezione.

Due i siti pilota che venderanno questi strumenti protagonisti: in Germania, sarà SIEMENS nei suoi stabilimenti a testare queste soluzioni, mentre in Spagna si cambierà contesto e si andrà in aziende ANEFA dedicate all’estrazione di aggregati silicei e calcarei.

Previous articleIl tessile comasco punta alla sostenibilità
Next articleBando Incubatore d’Impresa 2021: ecco le cinque start up vincitrici