Una carta da parati con gli scarti della pesca? Ci ha pensato Tecnofinish, azienda di Cantù che dal 1980 si occupa di nobilitazione tessile per l’arredamento. La realtà brianzola, da sempre sensibile alle problematiche ambientali, ha brevettato Biocrab: processo atto alla trasformazione dei rifiuti alimentari ittici in prodotti biodegradabili perfetti per i wallcovering.
Innovazione, ecosostenibilità ed economia circolare: l’attività di Tecnofinish, che vanta anche un reparto interno di ricerca e sviluppo, si basa su questi pilastri. L’intuizione di riutilizzare scarti di origine naturale afferente alla filosofia green aziendale sta alle spalle dell’ultima scoperta, ma anche di precedenti progetti aziendali.
Biocrab permette l’estrazione della chitina dal carapace dei crostacei, una bioplastica dalla quale è possibile ricavare il chitosano, un film biodegradabile che può essere impiegato per la carta da parati, ma si presta anche all’ambito del food packaging e dell’agricoltura o, ancora, al settore alimentare e bio-medicale. Il riciclo alla base del processo di produzione del nuovo materiale rappresenta anche una risposta alle problematiche legate all’inquinamento generato dall’ampia mole di scarti ittici, 7 milioni di tonnellate all’anno, e agroalimentari.
Fedele alla filosofia del riciclo e della rigenerazione anche il brevetto Bio-Mais relativo alla realizzazione di una carta da parati totalmente prima di plastiche e biodegradabile al 94% partendo dagli scarti del mais. Il film, ricavato con tecnologie innovative in ambito di amidi, cellulose e colorati a base di lattice, garantisce performance analoghe a quelle dei classici pannelli decorativi in PVC risultando però compostabile e di bassissimo impatto ambientale.
La volontà di individuare soluzioni produttive ecosostenibili si evince anche dalla scelta di aderire al GRS – Global Recycled Standard, standard internazionale che certifica la realizzazione di prodotti tessili partendo da materiali di riciclo, così come dal brevetto di EcoFire GG 77, prodotto organico derivato dalle cellule di cloro presenti in alcuni pesci e impiegabile per rendere ignifughi tessuti e carte da parati.