Differenziare meglio i rifiuti è una delle sfide più urgenti nel raggiungimento di una vera economia circolare. Anche e soprattutto nel mondo del packaging, dove la plastica è ancora molto utilizzata, si sente concretamente l’esigenza di rivoluzionare il modo in cui gli imballaggi vengono gestiti nel post-consumo.
Sotto gli auspici dell’Associazione Europea dei Marchi, un gruppo di 80 entità tra aziende ed organizzazioni interne alla catena di valore degli imballaggi, tra il 2016 ed il 2019, avevano unito le forze con l’ambizioso obiettivo di sviluppare una tecnologia che potesse migliorare la selezione ed il tasso di riciclaggio per gli imballaggi all’interno dell’Unione Europea. Ad oggi, il gruppo è cresciuto a 130, ed il progetto Digital Watermarkes Initiative è arrivato alle sua versione 2.0, grazie anche al supporto dell’Alliance to End Plastic Waste ed al programma New Plastics Economy della Ellen MacArthur Foundation.
Grazie a questi anni investiti in ricerca e sviluppo, è stata selezionata tra tutte una tecnologia particolarmente promettente – quella delle filigrane digitali – e nel corso del prossimi mesi prenderà il via anche una sperimentazione pilota presso l’Amager Resource Center di Copenaghen, dove verranno effettuati test a livello industriale e dimostrazioni.
Le filigrane digitali sono speciali codici che possono ricoprire impercettibilmente le superfici di packaging e confezioni, sintetizzandone gli attributi specifici, quali produttore, SKU, tipologia di plastica utilizzata, composizione in caso di materiali multistrato, uso alimentare, e via dicendo. L’obiettivo è che, una volta entrata in un impianto di raccolta differenziata, questa filigrana possa essere rilevata e codificata da una telecamera ad alta risoluzione, la quale, in base agli attributi trasferiti, sia in grado di direzionare l’imballaggio nel flusso di smaltimento più idoneo.
Uno smistamento più accurato, che di conseguenza si tradurrebbe anche in riciclati di qualità superiore a vantaggio dell’intera catena di settore.
Il riciclaggio è un pilastro chiave su cui investire per promuovere un’economia circolare nei rifiuti di plastica. L’Alleanza è entusiasta di supportare il ridimensionamento di questo Progetto [ HolyGrail 2.0 ] nella sua prossima fase di avanzamento, in linea con la nostra missione di porre fine ai rifiuti di plastica
Ha affermato Jacob Duer, Presidente e CEO di Alliance to End Plastic Waste.
Mentre i test continuano, sappiamo che ci saranno molte cose da risolvere lungo il percorso, ma con la forte collaborazione dei nostri partner del settore pubblico e privato, crediamo che lo smistamento intelligente possa essere una nuova frontiera che potrebbe aiutare a migliorare notevolmente la gestione della plastica
La sperimentazione ha preso il via nella città di Copenaghen, la quale ha l’ambizione politica di diventare la prima capitale mondiale ad emissioni zero entro il 2025. Il riciclaggio della plastica con alti standard, ne sostituirebbe la nuova produzione e ridurrebbe l’uso degli inceneritori cittadini.
HolyGrail 2.0 ha il potenziale per aiutarci a raggiungere questo obiettivo e non vediamo l’ora di far la nostra parte nella sperimentazione della tecnologia
Merete Kristoffersen, Head of Division – Waste And Resources, City of Copenaghen