Nell’ultimo anno, ci è capitato più volte di aggiornarvi sui progressi relativi allo sviluppo di tatuaggi e cerotti indossabili, rientranti nella categoria wearable technologies (in healthcare). Ricerche e sperimentazioni vanno sempre più verso un’ottica di monitoraggio costante ed affidabile, puntando tutto su una raccolta di informazioni il più possibile autonoma, e su un medio – lungo periodo.
Dalla Corea del Sud, e più nel dettaglio dal lavoro di ingegneri e ricercatori del MIT, è arrivata la soluzione ad uno dei grossi limiti riscontrati nei dispositivi in via di sviluppo: la poca resistenza al sudore umano. Non solo danni ai sensori incorporati, ma anche irritazioni cutanee e problemi di aderenza alla pelle con conseguente impatto sulla bontà dei dati raccolti: tutte problematiche riconducibili all’inevitabile presenza dei pori.
Da qui, la ricerca di una seconda pelle elettronica munita anche di specifici percorsi permeabili per il sudore. La soluzione è arrivata studiando la pelle, ma non solo. Analizzando dimensione e distribuzione dei pori, il team di lavoro ha ipotizzato una schema di fori da incidere sui dispositivi, senza però minare flessibilità delle pellicole e resistenza dei sensori. L’ispirazione è poi successivamente stata trovata grazie al kirigami, una tecnica orientale di intaglio e piegatura della carta.
Come creare quindi una texture forata e traspirante, ma allo stesso tempo deformabile e resistente? Collegando tra loro i suddetti fori.
Seguendo queste considerazioni, il team ha fabbricato una e-skin composta da più strati funzionali, ciascuno dei quali inciso con microscopici pori sagomati e collegati fra loro. I sensori inseriti – idonei al monitoraggio di temperatura, idratazione, esposizione ai raggi UV… – sono racchiusi tra due sottili pellicole protettive, ricoperte da un adesivo polimerico appiccicoso che ne permetterà poi una perfetta aderenza. Durante i vari test sperimentali, la raccolta dati è stata effettuata durante attività che inducono il sudore, come la corsa su tapis roulant o durante la consumazioni di pasti particolarmente piccanti. Assolutamente verificati i vantaggi legati all’introduzione di queste “vie sudoripare artificiali”.
L’unico fattore che potrebbe ancora danneggiare questa pelle tecnologica, in un’ottica di lunga permanenza sulla cute – qualche mese almeno – potrebbe essere legata al contatto frequente con l’acqua o a situazioni di attrito particolarmente stressanti, dato l’impercettibile spessore del dispositivo.